Si parte dal 1719, l’anno in cui Trieste entra nella modernità.
Scorrendo la linea del tempo, troverete le date che hanno caratterizzato la storia del porto e la vita della città negli ultimi 300 anni.
Il 18 marzo l’Imperatore d’Austria Carlo VI istituisce il Porto Franco di Trieste. Nello stesso anno viene fondata l’Imperiale Privilegiata Compagnia Orientale per promuovere i commerci con l’Oriente. L’emanazione della Patente di Porto Franco, che coincide con la nascita della Trieste moderna, era stata preceduta dall’emanazione della Patente di Commercio per la Libera Navigazione nell’Adriatico del 1717 che pone fine al monopolio della Repubblica di Venezia.
Istituzione del Tribunale di Cambio Mercantile di Trieste, come organo giudicante nelle controversie commerciali, marittime e inerenti ai cambi monetari.
Istituzione dell'Accademia di Commercio e Nautica.
Fondazione della Borsa Mercantile. La popolazione di Trieste conta quasi 11 mila abitanti.
L'Imperatrice Maria Teresa estende i privilegi del porto franco a tutta la città e alle località circostanti fino alla zona carsica.
Nasce la Compagnia Imperiale Asiatica di Trieste. Si tratta dell’unica Compagnia del genere che ha sede in un porto del Mediterraneo.
L’Imperatore Giuseppe II emana l'Editto di Tolleranza, con cui si estende la libertà di religione alla comunità ebraica e a quelle cattoliche e la loro partecipazione alla vita economica della città.
Inizia l’occupazione francese alla fine della campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, che provoca un peggioramento della situazione economica e commerciale della città e del porto.
Nasce la casa di spedizioni Francesco Parisi, una delle più antiche in Europa.
Con il ritorno di Trieste all’Austria, la città inizia una fase di intensa crescita demografica ed economica, grazie in particolare alla situazione di pace nel Mediterraneo.
Fondazione dell’Imperial Regia Privilegiata Compagnia di Assicurazioni Generali Austro-Italiche, con promotore Giuseppe Lazzaro Morpurgo.
Istituzione della Società assicuratrice Lloyd Austriaco, da cui nascerà il Lloyd Austriaco di Navigazione. Ne furono fondatori Giovanni Guglielmo Sartorio e Francesco Taddeo Reyer, con il contributo di Karl Ludwig von Bruck.
Fondazione della Riunione Adriatica di Sicurtà.
Posa della prima pietra per la costruzione del cantiere dell’Arsenale del Lloyd Austriaco su progetto dell’arch. Hans Christian Hansen alla presenza dell'Arciduca Ferdinando Massimiliano.
Completamento del collegamento ferroviario con Vienna, attraverso la Südbahn. L'Imperatore Francesco Giuseppe inaugura la stazione capolinea della linea ferroviaria Trieste-Vienna (attuale Stazione Centrale) su progetto dell'ing. Carlo Ghega.
La città conta circa 105.000 abitanti.
Approvazione del progetto dell’ing. Paulin Talabot, per la costruzione di un porto “nuovo” (attuale Porto Vecchio), di fianco alla stazione ferroviaria e integrato con il tracciato dei binari. I lavori avviati nel 1868 sono affidati alla Compagnia delle Ferrovie Meridionali. Inizialmente, è prevista la costruzione di soli tre moli, ultimati nel 1883; nel 1887 ripartono i lavori per l’ampliamento delle aree.
Apertura del Canale di Suez. Il porto di Trieste ne trae vantaggio poiché esso rappresenta la via più rapida per collegare il Mediterraneo agli Oceani Indiano e Pacifico. Pasquale Revoltella, fra i promotori e maggiori sostenitori dell’iniziativa, diventa Vicepresidente della Società del Canale.
Sono istituiti i Pubblici Magazzini Generali controllati dal Comune di Trieste e dalla Camera di Commercio, con funzioni di gestione delle infrastrutture portuali, lavorazione e immagazzinamento delle merci, programmazione dei futuri interventi di ammodernamento.
Entrano in funzione i primi magazzini del porto.
È completata la costruzione del molo IV, prospiciente il molo San Carlo (attuale molo Audace).
Viene completata la Centrale Idrodinamica che, tramite macchinari tecnologicamente avanzati, forniva l’energia per il funzionamento di arredi meccanici, gru e montacarichi azionati da acqua sotto pressione.
Cessa il regime di Porto Franco per la città. Le franchigie doganali sono limitate alla sola area di movimentazione e prima lavorazione delle merci.
La gestione dei Magazzini Generali diventa statale.
Costruzione dei varchi doganali di ingresso al porto nella zona dell’attuale Largo Santos, a seguito della nuova delimitazione dell’area franca.
Sono avviati i lavori per la costruzione del molo V (Sant’Andrea).
Il Governo di Vienna delibera la progettazione del Porto Nuovo nell’area di Sant’Andrea.
Apertura della stazione di Trieste Sant’Andrea (poi rinominata Campo Marzio), come capolinea della ferrovia Transalpina (completamente aperta nel 1909), per collegare Trieste a Salisburgo e a Praga. L’apertura del nuovo troncone ferroviario rafforza l’importanza degli insediamenti industriali e portuali da realizzare a Sud-Est della città.
Iniziano i lavori di costruzione del molo VI, dei magazzini, capannoni e binari ferroviari del Porto Nuovo.
Trieste risulta essere la terza città più ricca dell’Impero e la popolazione conta circa 240.800 abitanti.
Viene costruito dallo Stabilimento Tecnico Triestino il pontone galleggiante Ursus, importante opera di ingegneria meccanica dell’epoca, dotato di una gru in grado di sollevare 150 tonnellate a 75 metri d’altezza.
Prima guerra mondiale. Il porto di Trieste continua ad operare fino al 1915, quando entra in guerra l’Italia.
Costituzione della Ellerman & Wilson Lines Ltd., ora Samer & Co. Shipping SpA.
Mussolini centralizza l’amministrazione dei porti e viene creato un Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni. Riprendono i lavori di consolidamento dei moli del Porto Nuovo a Sant’Andrea, molti dei quali danneggiati dalla guerra.
L’amministrazione dei Magazzini Generali si adegua alla normativa italiana, e diventa una società mista pubblico-privata denominata Azienda per l’esercizio dei Magazzini Generali di Trieste.
Viene istituita la Società Anonima della Zona Industriale del Porto di Trieste.
Si inaugura, su progetto di Giacomo Zammattio e Umberto Nordio, la Stazione Marittima
Viene fondata la Finmare in un contesto in cui ormai il 90% del tonnellaggio mercantile italiano (merci e passeggeri) è di proprietà statale attraverso l’Iri, fondata nel 1933.
Entra in funzione la raffineria Aquila nel vallone di Muggia. Viene inaugurato il Silo granario alla radice del molo VI.
Posa della prima pietra della Casa del Lavoratore Portuale, inaugurata ufficialmente nel 1940.
Inizio della seconda guerra mondiale. La superficie totale delle attrezzature portuali supera il milione di metri quadrati.
Durante il periodo di occupazione tedesca, gli impianti portuali a Sant’Andrea vengono danneggiati dai bombardamenti anglo-americani.
Sotto il Governo Militare Alleato (GMA) si avviano i lavori di ripristino degli impianti portuali.
Con la firma del Trattato di Pace (in particolare l’allegato VIII), l’Italia conferma per il porto di Trieste l’esistenza di alcune aree franche.
Piano Marshall (1948-51). Il porto di Trieste è uno dei pochissimi scali pienamente funzionanti, e viene massicciamente utilizzato per sbarcare gli aiuti.
Su iniziativa dal GMA viene istituito l’Ente del Porto Industriale di Trieste (EPIT). Si riprendono i lavori nella zona industriale di Zaule.
Fine dell’Amministrazione Alleata. Le infrastrutture portuali, per le quali era stata ventilata un’amministrazione internazionale, ritornano nell’ambito delle istituzioni italiane.
Come conseguenze delle guerre arabo-istraeliane viene chiuso il Canale di Suez, trasformando il Mediterraneo in un mare chiuso, con notevoli ripercussioni sui traffici portuali dello scalo triestino.
Viene approvato il Piano Regolatore del porto, redatto l’anno precedente.
Trieste diventa capoluogo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, alla quale sono affidate alcune funzioni in ambito portuale.
Inizia un’ampia serie di lavori di ampliamento e ammodernamento del porto, compresa la costruzione del molo VII, terminata nel 1972.
Istituzione dell’Ente Autonomo del Porto di Trieste (legge n. 589), che assume la gestione dei Magazzini Generali.
Attracco della prima petroliera e inaugurazione dell’Oleodotto Transalpino (TAL), gestito per la parte italiana dalla Società Italiana Oleodotto Transalpino (SIOT).
Il Lloyd Triestino inizia a gestire alcuni collegamenti containerizzati regolari, facendo di Trieste uno dei primi scali del Mediterraneo a specializzarsi nella movimentazione dei container.
Attentato terroristico all’Oleodotto Transalpino.
Primo sbarco di contenitori con nave full container (Mikhail Prishvin) diretta al molo VII, proveniente dall’Australia, per conto del Lloyd Triestino.
Viene sospesa, e poi interrotta, l’attività della ferrovia sulle Rive di Trieste che collegava le due stazioni ferroviarie, e quindi i due tronconi del porto. Entra in funzione la galleria di circonvallazione ferroviaria che, passando sotto la città, collega Porto Vecchio e Porto Nuovo.
Inizia la sua attività il Silocaf, modernissimo impianto dedicato alla verifica, selezione e preparazione del caffè.
Parte il collegamento marittimo “Autostrada del Mare” Trieste-Turchia.
Con la legge n. 84 vengono istituite le Autorità Portuali. Le operazioni portuali vengono privatizzate ed affidate a società specializzate, definite “terminaliste”, che si occupano dell’intera attività di gestione delle merci e dei servizi connessi. Alle Autorità Portuali rimangono funzioni generali di coordinamento, controllo e promozione.
Parte il primo convoglio ferroviario di trasporto combinato mare-strada-rotaia “Autostrada Viaggiante”, meglio conosciuto come RoLa (Rollende Landstraße), a servizio del traffico con la Turchia.
Il Parlamento italiano sposta il regime internazionale di Porto Franco dal Porto Vecchio di Trieste ad altre zone logisticamente collegate allo scalo. Con la sdemanializzazione del Porto Vecchio, l’area passa successivamente sotto la proprietà e gestione del Comune di Trieste, fatta esclusione per la fascia demaniale lungo le banchine che rimane all’Autorità Portuale.
Iniziano i lavori del nuovo terminal multipurpose Piattaforma Logistica, che segna l’inizio dell’espansione verso Sud-Est del porto di Trieste, secondo linee determinate dal successivo Piano Regolatore.
A fine anno parte il nuovo modello di gestione della manovra ferroviaria nel porto che elimina la precedente doppia manovra, apportando notevoli vantaggi di tempi e costi. La manovra unica è gestita dall’impresa Adriafer, controllata al 100% dall’Autorità Portuale.
Approvazione del nuovo Piano Regolatore del porto di Trieste. Con il d.lgs. 4 agosto 2016 si istituiscono 15 Autorità di Sistema Portuale. L’Autorità Portuale di Trieste diventa Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che nel 2018 includerà anche il porto di Monfalcone. Costituzione di ALPT, Agenzia per il Lavoro Portuale del porto di Trieste.
Lo scalo giuliano diventa primo porto ferroviario d’Italia con più di 7.600 treni movimentati e si conferma primo porto del Paese per la movimentazione complessiva delle merci, che superano i 59 milioni di tonnellate.
Il Governo italiano emana il Decreto attuativo per la gestione dei Punti Franchi. Il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha il potere di spostare il regime di Porto Franco. L’Autorità di Sistema diventa il socio di riferimento del nuovo Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana, che va a sostituire nelle competenze l’Ente per la Zona Industriale di Trieste (EZIT).
Il porto movimenta più di 62 milioni di tonnellate di merce. Record storico per i container (725.500 TEU) e per la movimentazione ferroviaria (quasi 10 mila treni).
Inaugurazione di FREEeste, nuova free zone industriale del porto di Trieste a Bagnoli della Rosandra con il trasferimento del regime di Punto Franco.