PORTO FRANCO
Storia, memoria, fascinazione, identità
Lezioni per il terzo centenario
Trieste – Stazione marittima
24 e 31 marzo 2019 ore 11
Programma
Giulio Mellinato
Il Porto franco dalla sua istituzione ad oggi
La storia del porto come specchio fedele delle vicissitudini non solo di Trieste, ma dell’Adriatico settentrionale e della Mitteleuropa tutta. Una storia molto dinamica e non sempre felice, una storia che ha comunque portato prosperità e sviluppo e, nei momenti migliori, anche cooperazione e comprensione tra popoli e paesi diversissimi. Non solo, insomma, una questione di infrastrutture, di qualità e quantità delle merci, ma assai di più: i temi profondi, ben al di là dell’ambito economico, sono quello della mutevolezza delle istituzioni politiche nel correre della storia e quello di una società variegata e multietnica. In ultima analisi il racconto di rapporti umani resi proprio dal porto assolutamente speciali.
Mauro Covacich
Il porto nell’identità e nella cultura di Trieste
L’anguria di Saba, la pistola di Michelstaedter, il traghetto di Quarantotti Gambini, l’acquaragia di Svevo, il telo da spiaggia di Magris, il torchio di Tomizza, “el lastico color addome di suora di carità” di Joyce, gli anelli a cui si esercita Sissi nella palestra improvvisata del Castello di Miramare… Commerci umani nelle pagine della città più meridionale dell’Europa del Nord, oggetti per una letteratura intesa come porto franco dell’esistenza. Cose disparatissime che solo a Trieste possono muoversi nella libertà garantita dal mare e dai suoi spazi, cose che vanno e vengono davanti al Faro della Vittoria a creare e ricreare l’identità e la memoria della città.
Scarica il comunicato stampa ↓